giovedì 5 dicembre 2013

Casaperta - Comunicazioni natalizie

In queste serate che precedono il Natale Casaperta vi chiede esplicitamente di NON portare niente come contributo alle serate.

Niente patatine, niente pop corn, niente dolci, niente vino. No, nemmeno pandori o panettoni. Neanche il torrone. Nemmeno un dattero.
Non siamo impazziti e non siamo a dieta, semplicemente vi chiediamo, al posto di investire il vostro denaro per omaggi a questa casa, di investire in asset diversi, che renderanno a lungo termine.

martedì 22 ottobre 2013

Casaperta - le regole del gioco

A Casaperta tutti sono invitati.
La procedura è piuttosto semplice: suonate il campanello e annunciatevi.
(Non risulta che abbiamo mai lasciato fuori nessuno, considerando che gli elettori di Ingroia non si  sono presentati. All'attivo solo qualche disperso al quarto piano VIP, quello con l'ascensore.)

lunedì 21 ottobre 2013

Genesi di un tweet viola

Con l'antipatia per la Juventus ci sono nato. Da quando sono piccino, sono stato circondato da un odio profondo per quella squadra, che troppe angherie e sopraffazioni ha fatto alla Fiorentina (e al mondo intero, ma quello mi ha sempre interessato meno). Ero appena nato e ci rubarono lo scudetto dell'82, avevo l'età della ragione quando fummo spediti a giocare la finale di Coppa Uefa ad Avellino (Avellino! ancora non ci si può credere), senza poi parlare dell'affare Baggio e di tutto il resto.
Immagino, perdonate la leggerezza del confronto, sia come per bambino nato in un campo di rifugiati per ragioni etniche. E' normale non sopportare quelli che perseguitano la tua gente e che alla fine ti hanno costretto a stare là.

giovedì 4 luglio 2013

Casaperta 4 luglio



Luglio, stavolta ti ci voglio 
venire fino a qua ia ia ia ia.
Luglio, ricorda la promessa,
"ti porto tre babà" ia ia ia ia

Anche tu
al quarto piano,
vieni su!
Prosecco alla mano!

Tu ci hai detto “a Luglio
ci vengo di sicuro

il pupo al mar sarà...”

Vieni da noi, al calar del sole
c'è un poco di zanzare
ma ti si dà l'autan!

giovedì 23 maggio 2013

Sogno o son desto?

Roma. Biennale spazio pubblico. Molti interventi, molti contributi. Molte installazione. Luci soffuse, attori che leggono gli abstract. Architetti con occhiali neri, qualcuno azzarda la montatura di legno che va di moda ora. Sciarpina sì, ma di cotone. Scarpe con buco, ma laterale, in modo che non imbarchino acqua.
A Roma fa un caldo pazzesco.

A sorpresa, il primo evento non è dei suddetti architetti, ma di una povera sceneggiatrice che di mestiere inventa storie e di un ingegnere. Pare che i due aprano le porte di casa loro, con cadenza settimanale, ogni giovedì che Dio manda in terra.

Già, già, Casaperta è stato l'intervento di apertura.

Chi si loda s'imbroda, dice il saggio, ma definirlo un successo sarebbe riduttivo. Tutti se ne sono perdutamente innamorati. Non la smettevano di fare domande, volevano leggere tutte le mail che abbiamo mandato fino a ora, sapere di Sky 24, tanto che i responsabili dell'organizzazione hanno dovuto dedicarci altri 15 minuti in coda alla conferenza.

E se vi dicessi che adesso la lista di distribuzione della newsletter conta 287 persone?
Se vi dicessi che qualcuno ci ha chiesto quanti soldi volessimo per esportare il format (al che Albe ha tirato fuori la calcolatrice cercando di capire quale potesse essere una cifra ragionevole) e una giornalista ci ha fissato un appuntamento la prossima settimana per scriverne un articolo?
Se vi dicessi che stiamo prendendo accordi con qualche designer emergenti a Roma, Berlino e Stoccolma per iniziare a fare delle serate gemelle, cross Europe?
Se vi dicessi che un polacco ha chiesto ad Albe un autografo, e a me un cinese due foto, che abbiamo scattato simulando di salire i 96 scalini?
Sì, i cinesi (ce ne erano tre, ma non chiedetemi i nomi perché questo va oltre le mie capacità mnemoniche) hanno trovato esilarante questa cosa di salire quattro piani di scale e pensavano che la facessimo di proposito come divertimento, chiedendo se potessero venire a provare.
No problem, ho detto al cinese, no problem at all. Guarda, in macchina ho ancora la base dell'arco in marmo da 63 kg, ho finito l'acqua e il detersivo per la lavatrice.
Vieni vieni a vedere come ci si diverte.
Se vi dicessi che c'era il responsabile PR dell'Ikea e che ci ha garantito una fornitura di polpette e marmellata svedese fino a chiusura budget?
E se vi dicessi che abbiamo recuperato svariati inviti a cena in terrazze della Capitale che non avevo nemmeno immaginato potessero esistere? E se vi dicessi che in una di queste terrazze, ho incontrato uno che ha insistito perché gli parlassi dei miei progetti e delle mie sceneggiature e si è detto molto interessato a produrle?
Se vi dicessi tutto questo, ci credereste?

Per chi ci ha creduto, ringrazio per la fiducia nelle mie capacità: ve l'ho detto che di mestiere racconto storie.
Per chi non ci ha creduto: siete proprio sicuri che sia tutta un'invenzione?

Per la versione dei fatti ufficiale, vi aspettiamo a casa stasera.

giovedì 11 aprile 2013

Casaperta e i contributi di valore

Non ci possiamo prendere la paternità di quest'opera meravigliosa, alla quale però non potevamo non dare visibilità.

martedì 9 aprile 2013

Casaperta e dintorni


Dedicato a lui, il mobile del nostro salone.
Il mobile che ci piace perché non può lasciare indifferenti.
Tutti hanno un'opinione su di lui. E generalmente l'opinione è: "ragazzi, bella casa, bello tutto, ma questo mobile fa schifo!"

Ebbene sì, il mobile che fa schifo a tutti, a parte a qualche amico intimissimo e a me e ad Alberto che - non a caso - ci siamo sposati.

È stato un colpo di fulmine. Alcune spose raccontano che succeda loro con il vestito.
E mentre a me il vestito diceva solo: "Saschia, sono bianco e su questo non possiamo soprassedere: vediamo di dimagrire?", in compenso mi ha parlato il mobile.
Mi ha parlato alla mostra dell'antiquariato di Sarzana dove mi, ci ha guardato, con le sue vetrine che luccicavano nel sole - o forse era solo il sudore, visto che avevamo appena scalato la Pania della Croce. Ci ha folgorato, tutti e due contemporaneamente, tant'è che ci siamo guardati e sapevamo già cosa stesse pensando l'altro.
Troppo Harmony? 
Riformulo. I suoi tarli, le sue piastrelle portoghesi, il vimini intrecciato, le sue ante che non si chiudono, il legno che ci hanno spacciato come ebano ma sicuramente non lo è, hanno contato fino a tre e hanno urlato, all'unisono: SALBE!
E noi lì, lo abbiamo saputo. Era il mobile del salone.

Perché, vi chiederete? Molto semplice. Perché ha personalità e a noi le cose che hanno qualcosa da dire ci piacciono parecchio. Non è un mobile jolly, che puoi mettere dappertutto. Lui chiede attenzione e spazio e luce e una voce perché vuole parlare. 

E in questa settimana dove a Milano si vedono tante cose strane, ma poche con personalità noi celebriamo ancora di più quelle che prendono davvero una posizione.
Un po' come la lampada kalashnikov. Ma questa è un'altra storia.

Diamo il nostro contributo alla settimana più cul di Milano.
Il nostro evento - lo sapete - è giovedì.